FIABE E RACCONTI ILLUSTRATI 2005: La spiga e la notte – menzione per l’illustrazione
LA SPIGA E LA NOTTE – menzione per l’illustrazione
Illustrazioni e testo (ridotto) di Fabio Grasso, Acicastello (Catania)
Una vecchia nonnina e un topolino vivevano in una povera casetta. Una sera, il topolino tornò a casa con un chicco di grano, non aveva trovato nient’altro per cena. La nonna infilò il chicco in un sacchetto: “Sono le piccole cose – disse – a nascondere le magie più grandi”.
Quella stessa notte un vento fortissimo scosse la porta di casa, la vecchina cercò di assicurare il chiavistello, ma il vento oscuro spalancò la porta e la rapì.
Mentre il topolino la cercava nella casetta ormai vuota, sulla soglia apparve uno gnomo: “Sono arrivato tardi – disse – volevo salvarla, ma l’Eterna Notte è arrivata prima di me”.
Il topolino, ricordando una storia che la nonna gli raccontava, si legò il sacchetto sulle spalle: “Devo portarlo nel cuore delle tenebre”. Lo gnomo allora liberò una lucciola per illuminare il cammino.
Lungo il sentiero udirono un pianto disperato. Era uno spaventapasseri con la testa di zucca, e intorno, nel campo di grano, non c’era più nessuna spiga. La zucca riusciva solo a ripetere disperata: “Non ho saputo difenderle!”.
Il topolino allora sentì la paura, dubitò perfino dello gnomo: le tenebre gli erano entrate nel cuore.
Fuggì nell’oscurità , scivolò, e rimase impigliato in una enorme ragnatela. Ma lo gnomo, che lo aveva raggiunto, si lanciò contro il ragno e lottò furiosamente, finché precipitò con il mostro in un baratro.
Il topo strappò i fili che restavano, e arrivò seguendo la lucciola in una grotta. Lì trovò la vecchietta divenuta statua insieme agli abitanti del villaggio. Un’ombra oscura volò in alto, il terrore entrò nel cuore del topo che si stava così tramutando in pietra.
Allora si ricordò del sacchetto, ma al posto del chicco trovò una spiga così luminosa che le tenebre si dissolsero.
La spiga si divise in chicchi che germogliarono nei campi, il sole tornò a splendere, tutti tornarono e si sfamarono di pane, grazie al piccolo topo.