FIABE E RACCONTI ILLUSTRATI 2005: Fuscello e il gallone – secondo premio Sez. Racconto

 

FUSCELLO E IL GALLONE – secondo premio Sez. Racconto
di Federica Lucioli, Torino

Molto tempo fa, andando a passeggiare in campagna o per i boschi di Valle Fatua, si poteva incontrare Fuscello, un bambino magro magro, con le guance arrossate e curioso di tutto.
Se qualcuno lo salutava: “Ciao Fuscello”, lui correva come un furetto per nascondersi in un cespuglio, o saliva svelto sull’albero più vicino.
Era fatto così, timido e un po’ selvatico.
Quando non andava a scuola amava passare le ore nei campi e nella boscaglia attorno a casa. Era uno spasso vederlo saltare con i grilli o fare il verso al cuculo. Svegliare i barbagianni poi, e portarli a spasso sotto il cappello, era il suo più grande divertimento. Per tornare a casa percorreva la strada più lunga, quella che passava vicino ai gelsi ricchi di more succose. Fuscello n’era ghiottissimo! Saliva sull’albero e una dopo l’altra, ma anche quattro o cinque per volta, se ne riempiva la bocca e la pancia. Se trovava qualche piccolo verme lo rimetteva a posto su una foglia più in là .


Rimpinzatosi con i frutti del gelso, quando arrivava a casa non aveva più appetito ed era così la disperazione della mamma, della nonna, del nonno, della sorella della nonna… insomma, di tutti coloro che si davano da fare per preparargli pranzetti prelibati. Fuscello, infatti, quando era ora di andare a tavola faceva un sacco di storie: non mangiava nient’altro che grandi fette di pane e olio.
Eh sì, Fuscello era proprio un bambino strano, lo servivano come un principino: pietanze raffinate in stoviglie d’argento e cristallo, ma a tavola mangiava solo pane unto con l’olio e qualche volta pane imburrato con una spolverata di zucchero. Tutto il resto era buono solo per fare i giochi divertenti che quando si mangia non si devono fare. Non c’era nulla che lo attirasse.

“Svelti a tavola! – gridava la nonna entusiasta – Arrivo con una zuppa di zucca con i fiocchi!”.
“Bene – rispondeva Fuscello – io mangio solo i fiocchi!”.
E la zuppa rimaneva nella sua scodella, dove i gusci di noce che vi aveva appena gettato naufragavano a colpi di cucchiaiate, come barchette in mezzo alla tempesta. Poi era il turno di un profumato e fumante arrosto con patate al finocchio, e Fuscello pretendeva di mangiarne il profumo tra due fette di pane. E guai a portare in tavola i piselli! Erano micidiali pallottole da sparare fuori dalla finestra! E i gamberetti fritti? Dovevano subito tornare a nuotare e, uno due tre, Fuscello li tuffava con lancio sicuro nel vino del nonno. Neanche i dolci riuscivano a farsi mangiare, fatta eccezione per il buco della ciambella.
Oggi Fuscello è cresciuto, e mangia volentieri ogni pietanza.
Cosa è accaduto?



Una mattina, una di quelle mattine di sole e di nuvole con la voglia di pioggia, Fuscello uscì da scuola e corse veloce a casa.
Ad accoglierlo c’era nonno Tarabusi che aveva una gran fretta di raccontargli la novità  della giornata.
“Sai Fuscello – iniziò – questa mattina sono andati tutti al mercato e io sono rimasto qui solo. Mi sono addormentato su questa poltrona quando ad un tratto ho sentito: Tì Tì Tì Tì Toc, Tì Tì Tì Tì Tac Toc”. Fuscello intanto si asciugava i vestiti davanti al focolare e ascoltava nonno Tarabusi a bocca aperta.
“Oh che sarà ?! – continuò il nonno – Ho pensato: non sarà  mica un topo che è entrato nel barattolo della farina? Mi sono alzato e sono andato a vedere. No, non era un topolino, era un bellissimo grande gallo che picchiava col becco al vetro e tutto impettito mi chiedeva di entrare! Ho aperto la finestra e DON DLODODON DON DON DODON DAN è entrato carico di pentole a tracolla”.
“Pentole a tracolla!?” esclamò Fuscello.
“Sì! – continuò nonno Tarabusi – Un grosso gallo ben vestito, con le ghette e con modi raffinati, pentole e pentolini”.


“E cosa ti ha detto?” lo interruppe Fuscello sbalordito.
“Si è asciugato le penne meravigliose davanti al fuoco, proprio come fai tu ora, e mi ha raccontato di aver percorso molta strada per venire da noi. E sai perché? Ha saputo che qui c’è un bambino che fa le storie per mangiare, gioca con i cibi e mangia solo pane unto!”.
“E’ venuto da me?” chiese Fuscello con una luce negli occhi.
“No, è venuto per te, ma andava di fretta. Mi ha chiesto di dargli le tue fette di pane per i suoi pulcini e in cambio mi ha lasciato questo tegamino. Ha detto che questo sarà  il tuo pranzo di oggi: è una trifatta di pocille preparata da comare Cocca Favella”.
Fuscello vi si avvicinò incuriosito: dal tegamino usciva un aroma delizioso.
Ne assaggiò subito un boccone.
“Ma è frittata di cipolle!” esclamò.
“No – rispose nonno Tarabusi – è trifatta di pocille fatta in contrada Contraria, nel paese di Sottosopra, con preziose pocille di campo verde, e il Gallone l’ha lasciata per te”. Fuscello allora mangiò tutto senza sprecarne un pezzettino: mai avrebbe pensato che una trifatta fosse così buona.
Il giorno seguente e quello dopo ancora il Gallone tornò; prendeva pane imburrato e lasciava piatti prelibati che Fuscello trangugiava tutti d’un fiato.
Così ogni giorno Fuscello usciva di corsa da scuola con la speranza di arrivare in tempo per incontrare il Gallone. Giungeva a casa trafelato gridando: “E’ venuto il Gallone?”.
“Certo! – rispondeva nonno Tarabusi – Oggi ti ha portato lurmezzo con cinaspi smeraldini e una bella fetta di trota di gofrale con panna”.
“La trota non mi piace!”.
“Ma sì che ti piace, è una fetta di trota come quella che si mangia alle feste di compleanno!”.
“E’ vero!” sorrise Fuscello tuffandoci un dito.
Fu così che il nostro bambino magro magro imparò a mangiare tutto con gusto.
Ed era quasi buio il giorno in cui Fuscello trovò una piuma sul davanzale della finestra.


Guardò fuori ma non vide nessuno; l’aria era strana ed era sicuro che il Gallone fosse da qualche parte: socchiuse gli occhi e guardò lontano.
Eccolo!
Le colline ne disegnavano il dorso, filari di alberi ne definivano la cresta, il fumo sottile di un falò lontano sembrava salire in cielo a forma di coda e sotto un ponticello, Fuscello vide gli occhi del Gallone che stavano per chiudersi in un sonno profondo.

Ultimo aggiornamento

27 Settembre 2022, 10:14

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