FIABE ILLUSTRATE 2004: Pioggia – IV parimerito

 

PIOGGIA – IV parimerito
Testo e illustrazioni: Filippo Giacomelli, 27 anni, Borso del Grappa (TV)

La Pioggia per lui era la Festa più Bella, il suo Gioco Preferito, la sua Avventura Segreta. Iniziava già  a divertirsi quando comparivano in cielo i primi nuvoloni scuri e da lontano sentiva quel borbottio di temporale come di un battaglione pronto all’attacco. Ecco, lui si sentiva proprio come il capo di quell’esercito fatto di cupi colori e sinistri rumori.
Si immaginava un insieme di cavalli agitati che correvano sopra il cielo, lo calpestavano e lo facevano diventare nero. Assieme al trotto pesante dei cavalli si mescolavano le urla dei cavalieri, che lui si immaginava coi capelli neri e lunghi, le spalle larghe larghe e le braccia muscolose. Questa idea di guerriglia lo eccitava a dismisura e aveva tutta l’impressione di possedere veramente il potere magico di comandare quell’esercito chiassoso che si muoveva sopra di lui.
«Sparate! » – gridava – e un Tuono subito rimbombava nel silenzio sospeso.
«Fuoco! » – comandava – e un Fulmine subito veniva sganciato dall’alto.
Poi, quando vedeva cadere le prime Gocce di Pioggia, gridava:
«All’attaccooooo! » – e iniziava la vera lotta fatta di continui spari, potenti cannonate e il frastuono dei pesanti cavalli.
La postazione di controllo era Camera sua, da un ampio Finestrone.
Fuori: il Temporale.
Dentro: luci, ombre, riflessi, forme contorte che cambiavano in continuazione, proiettate dal vetro della finestra.
Tutte immagini che venivano da quel combattimento che si stava svolgendo fuori, proprio vicinissimo a lui. Non si staccava un solo istante dalla finestra e catturava con lo sguardo attento ogni riflesso che si disegnava sul pavimento o sulle pareti. Alcune sagome erano davvero chiare e le riconosceva subito, altre erano molto grandi e inquietanti e gli facevano quasi paura, altre ancora erano piccole e insignificanti e si divertiva a schiacciarle coi piedi o con le mani sogghignando fra i denti.
Era un bel da farsi! Inseguire tutte quelle figure che spuntavano da ogni angolo della stanza e correvano in ogni direzione, scappando di qua e di là .
Con mosse veloci e decise, le inseguiva, le chiudeva fra le mani, le cacciava via, le catturava, le distruggeva. A volte sbuffava per la fatica: si muoveva come una trottola lanciata a grande velocità  e faceva anche salti poderosi.
Ogni Pioggia che veniva era diversa da tutte le altre. Le battaglie e i suoi protagonisti cambiavano sempre e così pure le complesse sembianze alla finestra. Anche la durata non era mai la stessa. A volte rimaneva alla finestra per ore intere prima che il battaglione portasse a termine la rumorosa impresa e tutto si calmasse. Altre volte era un falso allarme e allora il divertimento durava poco e lui si arrabbiava.
Il rito vero e proprio del suo Gioco Segreto iniziava dopo la Pioggia.
Appena smetteva, correva a mettersi gli stivali rossi di gomma che teneva in una scatola sotto il letto. Scendeva di fretta le scale con un tamburo nel cuore e prima di uscire sperava golosamente di trovarLe grandi come non mai.
L’Ultimo Temporale era stato piuttosto violento ed era caduta davvero tanta pioggia.
Aveva condotto il suo immaginario esercito quasi fino al tramonto.
Uscì di casa.
Le sue fatiche per aver condotto una battaglia tanto lunga vennero presto risollevate dalla visione di tante Pozzanghere che macchiavano lo spazio davanti a lui.
Erano davvero Belle Grosse!
Gli brillavano gli occhi e gli si gonfiò subito il cuore dalla gioia, pensando ai grossi tesori che avrebbe trovato in quelle Buche d’acqua.
«Caspita! » – disse – «Così grandi non le avevo proprio mai viste! ».
Camminò col fiato sospeso fra le innumerevoli Pozze d’acqua: ci si avvicinava lentamente e con un silenzio tutto calcolato per non spaventare e far scappare la magia che c’era dentro.
In una di esse trovò un Velo di Fumo Caldo che usciva dal camino di una casa col tetto verde.
In un’altra, una manciata di Stelle che rincorrevano con eleganza due Foglie Coloratissime.
E in un’altra ancora, una Nuvola d’Argento che faceva compagnia ad un ciuffo d’erba.
Continuò a camminare finché si trovò in cima ad una Collina da cui spuntava un Albero appartato dalla chioma rotonda. La vista da lì in cima era davvero straordinaria.
Lui si sentiva il Custode silenzioso e privilegiato di quel Mondo fatto di Tesori nascosti in pozze d’acqua.
Si guardò intorno, catturando le mille vite immerse in quelle piccole Piscine di Pioggia. Era davvero emozionato da tanta bellezza. Non aveva mai visto nulla del genere.
Abbassando lo sguardo si accorse della Pozzanghera che stava giusto ai suoi piedi davanti all’Albero dalla chioma rotonda. Si avvicinò e tutta la sua persona si pennellò di una luce morbida dal colore giallo pallido.
Dentro vi trovò la Luna.
Immerse delicatamente le mani nella Pozzanghera e La accarezzò ripetutamente.
Rimase commosso vedendo come la Luna tremolava di calore al tocco delle sue Carezze.
Buttò gli occhi in alto.
Scoprì la Grossa Luna che stava in cielo.
Poi guardò in basso quella che aveva appena accarezzato,
e fece un gran sorriso.

Ultimo aggiornamento

27 Settembre 2022, 10:17

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